Vivere le emozioni è facile, raccontarle un po’ meno, almeno per me. E di emozioni il blog me ne ha regalate tante. Piccole avventure che fino a un anno addietro non credevo possibili. Come due settimane fa, coinvolta dalla Associazione Nazionale Città dell'Olio e dalll'Azienda Raineri di Imperia , a partecipare prima a Sapori da Sfogliare alla Fiera di Genova e a Imperia, a visitare l’azienda Raineri e il giorno seguente a seguire un corso per degustatori d’olio organizzato dalla ONAOO, Organizzazione Nazionale assaggiatori olio d’oliva.
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Un appuntamento atteso, temuto e fantasticato per l’incontro con altri blogger conosciuti solo via web, una sorta di appuntamento al buio che ha messo in gioco la fantasia e la speranza che tutto corrispondesse all’idea che mi ero fatta di loro e loro di me. E’ stato come se ci fossimo sempre frequentati, un gruppo gioioso e festante che ha animato i padiglioni della fiera con domande, assaggi e fotografie. L’emozione più grande però è stata sentire le loro voci, ognuno con il proprio dialetto, i modi di dire e di ridere.
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Starbooks Lab con Sergio Rossi |
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Prodotti di Calabria |
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Zucchine di Imperia |
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A lezione di pesto |
Sapori da Sfogliare il salone del libro e delle eccellenze enogastronomiche, al debutto a Genova era organizzato dalla Associazione Nazionale delle Città dell’Olio presieduta dal Dr. Enrico Lupi che, oltre a presentare le specialità di 4 grandi regioni (maggiori produttori d’olio) Liguria, Puglia, Calabria e Sicilia ha ideato lo Starbooks Lab, un food camp per blogger. Si trattava di spiegare e mettere in pratica lo spirito dello Starbooks, ideato da Menù Turistico e che ora ha un blog tutto suo, dove, mensilmente, vengono testate le ricette di un libro in commercio per verificarne sul campo la fattibilità e la riuscita.
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Agnolotti piemontesi "alle tre carni" |
Il libro finito sotto la lente d’ingrandimento a Genova è stato "La cucina dei Tabarchini" di Sergio Rossi (sagep Editore), presente all’incontro, che ha spiegato lo spirito di un libro che non è solo di ricette ma anche una ricostruzione storica dei corallatori pegliesi, approdati nella prima metà del ‘500 sullo scoglio tunisino di Tabarca e che, confrontandosi con altre culture, diedero vita a influenze miste che si tradussero anche nella cucina. Spostandosi poi in Sardegna subirono ulteriori influssi.
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Vecchie latte dell'Azienda Raineri |
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L'imbottigliamento |
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Il vecchio frantoio ristrutturato |
Il pomeriggio tutti in autobus verso Imperia come scolaretti in gita. La visita all’azienda Raineri leader nel settore della produzione dell’olio da olive taggiasche 100% è stata interessante ed istruttiva e ci ha aiutato a capire le fasi della produzione dell’olio e come un olio possa essere un semplice olio o un olio di qualità. Questa tappa ci ha aperto la mente per la lezione dell’ONAOO, un’esperienza nuova per me e letteralmente entusiasmante.
Fino ad ora l’unico criterio per scegliere un olio era banalmente mi piace o non mi piace, invece scoprire le caratteristiche di un olio e soprattutto saper riconoscerne i difetti attraverso il panel test, mi ha dato la possibilità di riuscire a preferire tra diversi tipi di olio, con consapevolezza. Sapere quale tipo di cultivar utilizzare è un po’ come saper mettere l’accessorio giusto al proprio abito, può fare la differenza.
Assaggiare un olio e capire se ha sentore di morchia, muffa, terra, avvinato, metallico, rancido, gelo, legno o verme non è così facile, come non è immediato riconoscerne i profumi e gli aromi, solo con l’esperienza e affinando olfatto e il gusto si può arrivare a decidere quale sia la qualità di un olio. E’ certo però che questi primi passi verso il mondo dell’olio mi hanno fatto scoprire che non bisogna accontentarsi di un olio extravergine e basta, ma che bisogna capire di che tipo di olio si tratta. D’altronde ci stiamo abituando a scegliere tra i diversi tipi di zucchero, tra le farine, tra i sali e perché non dovremmo farlo anche con l’olio?
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Per questo motivo per raccontare questa avventura ligure ho voluto provare l’olio dell’azienda Raineri, un olio delicato, fruttato, dolce con richiami di carciofo e mandorla, adatto anche alla pasticceria. L’ho fatto con una ricetta tratta dal libro Jerusalem di Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi, oggetto di Starbooks peraltro, che prevede l’uso di olio di girasole.
La ricetta è riuscita perfettamente ( Patty docet) e l’olio extra vergine Raineri non ha lasciato note forti ma anzi ha sposato perfettamente il gusto del plumcake con la differenza che, rispetto a un olio di semi, è sicuramente un prodotto di qualità 100% italiano.
Per 2 plumcake da 500 gr
Olio extra vergine d’oliva ligure 180 ml
Succo d'arancia 240 ml
Marmellata di arance senza scorze 160 gr
Uova 4 medie
Scorza grattugiata di un'arancia (io l’ho omessa dato il periodo)
Zucchero semolato 70 gr
Farina di cocco disidratato 70 gr
Farina 00 90 gr
Semolino 180 gr
Farina di mandorle 2 cucchiai
Lievito in polvere per dolci 2 cucchiaini
Yogurt greco a piacere
Per lo sciroppo
Zucchero semolato 200 gr
Acqua 140 ml Estratto naturale di fiori d'arancio
In una ciotola mescolare l'olio, il succo d'arancia, la marmellata, le uova e la scorza d'arancia.
In un'altra ciotola mescolare tutti gli ingredienti secchi ed aggiungerli a quelli umidi.
Imburrate infarinate o coprite con carta da forno due stampi per cake da 500 gr (io ne ho usato uno solo un po’ più grande) e dividere l'impasto. Cuocere a 180°C circa 40/45 ,minuti
Verso il termine della cottura, preparare lo sciroppo. Mettere gli ingredienti in una casseruola e portare ad ebollizione. Togliere dal fuoco.
Appena i dolci escono dal forno, spennellare la superficie con un pennello di silicone lo sciroppo ancora caldo sui dolci. Ripetere l’ operazione più volte attendendo ogni volta uno o due minuti affinché lo sciroppo venga assorbito completamente.
Lasciare raffreddare completamente.
Servite con lo yogurt greco aromatizzato con una goccia di essenza di fiori d'arancio.