Ha ragione la Patty, sarà che siamo
Ho sognato per anni di incontrare un cowboy come Luke Mahacan di Alla Conquista del West (How the West was won titolo originale), poi il genere western ebbe una battuta d’arresto, mio padre cedette ai polizieschi (dei quali si ricorda di più mia sorella) e io, vedendo film con Soldato Blu ho iniziato a fare il tifo per i Pellerossa.
Più di recente c’è stato un film, Scappo dalla città – la vita, l’amore e le vacche (City slickers in originale) che mi ha riavvicinato al genere, è un film divertente, brillante, senza velleità di film impegnato che racconta la storia di tre amici stanchi e frustrati che decidono di scortare una mandria come veri cowboy pensando di fare una sorta di vacanza ma, si troveranno davanti un mondo duro che non conoscevano, confusi davanti ad un cielo pieno di stelle o al rumore assordante del silenzio assoluto, il tutto ovviamente con risvolti comici.
Io mi sono sentita un po’ così quando sono partita per gli States in viaggio di nozze, con il mio bagaglio di pregiudizi che un italiana cresciuta senza il mito dell’America poteva avere, tirata nel viaggio da un neo marito al contrario innamorato di New York e della vita on the road. Io ho dovuto ricredermi su molti aspetti ma anche lui, che sperava di incontrare tante Pamela Anderson nelle spiagge della California.
Quello che più mi ha stupito, incantato e stravolto è stata proprio natura, fatta di spazi infiniti, di rocce modellate dall’azione dell’acqua, del vento e del tempo, gli animali, le piante straordinarie e il suono del silenzio. La bellezza che vive in posti che non ti aspetti, quelli poco patinati, poco conosciuti che ti fanno sentire la vera forza della natura. Ho sentito tutto questo girando per l’Arizona, lo Utah, la California e il Nevada, sentendo gli orsi bruni, nel Parco di Yosemite, aggirarsi nei pressi delle nostre cabin tents in cerca di cibo, guardando le sequoie allungarsi nel cielo o vedere l’azione del Fiume Colorado riportare alla luce due miliardi di anni della Terra.
Anche per questa sfida dell’MTC, ho dovuto fare quel training autogeno che la Mai ci aveva chiesto per la sfida dello scorso mese, sono dovuta diventare un cowboy per cucinare un vero chili con carne. Per farlo però, non sono dovuta andare fisicamente nel lontano Texas, dove il chili è nato, l’ho fatto prendendo come spunto un film, Il mio West di Veronesi del 1998 un flop pazzesco nonostante un cast di tutto rispetto (Harvey Keitel e David Bowie) che però è stato girato quasi completamente nel bacino di origine glaciale di Campocatino, vicino il borgo di Vagli Sotto, in Garfagnana.
Paesaggi suggestivi, ancora meravigliosamente naturali con poche capanne di pastori e la maestosità delle Apuane a fare da sfondo. Un cowboy garfagnino dunque, che alleva e sposta mucche di razza garfagnina, che utilizza farina di formenton 8 file, grano marzolo, peperoncino toscano e legumi tipici della zona come i fagioli giallorini o i fagioli del Re. Una vita dura, scandita dal lavoro e dal ritmo del sole, con pasti cotti su un fuoco improvvisato che serve anche per scaldarsi nelle fredde serate d’inverno.
Un plain chili fatto solo di carne e peperoncino perché qualunque verdura, erba o spezia sarebbe sopraffatta dal calore del peperoncino che, esalta invece, la carne. Per accompagnamento un bel piatto di fagioli del Re in umido con tortillas di grano marzolo, seminato a marzo e raccolto a settembre.
Peperoncini toscani secchi interi 5
Sale
Spezzettate i peperoncini secchi scuotendone fuori i semi (da eliminare) e mettete i pezzi in una ciotola, coprite i peperoncini di acqua bollente e lasciate in infusione per almeno 2 ore.
Passato questo tempo, frullateli con l’acqua di infusione fino ad ottenere una pasta leggermente densa. Passatela da un setaccio fine in modo da eliminare ogni residuo di pellicine, recuperando quanta piu’ polpa possibile.
Mettete la carne e la salsa in una pentola di ghisa, coccio o acciaio pesante, regolate di sale mescolate bene e fate cuocere coperto (lasciate una piccolissima fessura perche’ possa uscire il vapore) a calore dolcissimo per circa 3 ore, controllando ogni tanto. Non e’ necessario far rosolare la carne perche’ il calore forte che sarebbe necessario ne irrigidisce le fibre, rendendola poi piu’ dura da cuocere. Si puo’ anche mettere a cuocere in forno a circa 120C, per una cottura lenta e uniforme, col calore che circonda la pentola interamente.
L’ideale e’ far riposare il Chili e servirlo il giorno dopo.
Se si usano i peperoncini freschi, questi vanno prima abbrustoliti in forno, fatti riposare in un sacchetto di carta o avvolti in un foglio di alluminio, spellati, eliminando i semi, e utilizzati tritati piu’ o meno sottilmente per preparare il chili. Attenzione ad aerare bene l’ambiente quando si arrostiscono i peperoncini piccanti specie se sono del tipo forte, meglio utilizzare i guanti di gomma per spellarli e eliminare i semi e fare attenzione a non toccarsi la pelle o gli occhi!
per accompagnare il Chili
Tortillas di farina di grano marzolo
Farina integrale di grano marzolo macinata a pietra (a basso contenuto di glutine)500 g
Olio vegetale 3 cucchiai
ievito chimico non vanigliato1-1/2 cucchiaini
Sale 1 cucchiaino
Acqua tiepida 240-360 ml
Si lavora l'olio nella farina mescolata con lievito e sale con la punta delle dita fino a farlo assorbire tutto, poi si aggiunge acqua sufficiente ad avere un impasto morbido ma non attaccaticcio. Deve essere ben idratato o le tortillas si sbriciolano quando si stendono col mattarello, ma non va lavorato troppo o si sviluppa il glutine e restano dure. Ci vuole un po’ di pratica.
Si creano con l’impasto delle palline poco piu’ grandi di una noce (50 gr) e si fanno riposare 10-15 minuti sotto un telo umido. Nel frattempo si fa scaldare una padella o piastra di ghisa o ferro o acciaio (non teflon che non si puo’ scaldare vuoto) e quando e’ ben calda si prende una pallina e col mattarello si schiaccia fino a formare una cerchio piu’ o meno sottile, a seconda di come si preferiscano le tortillas. Se si mette la pallina di pasta in una busta di plastica per alimenti e’ piu’ semplice da stendere.
La piastra e’ calda a sufficienza quando spruzzandola con qualche goccia d’acqua questa sfrigola ed evapora quasi istantaneamente. Si mette la tortilla a cuocere da un lato e appena si vedono formare delle bolle in superficie si alza un po’ con la spatola per controllare che sotto ci siano delle macchie brune, a quel punto si gira e si fa finire di cuocere anche l’altro lato. Ogni tortilla una volta pronta va tenuta in caldo in un paniere rivestito con un telo abbastanza ampio d apoter coprire la pila di tortillas in modo da tenerle calde.
Fagioli del re in umido
Fagioli del Re 250 gr
Aglio 2
Salvia qualche foglia
Salsa di pomodoro 3/4 cucchiai
Sale
Olio
Mettere i fagioli la sera prima a rinvenire nell’acqua. Il giorno successivo fateli cuocere in acqua bollente salata fino a che non saranno teneri. In una padella mettere a scaldare un poco d’olio, due agli schiacciati e qualche foglia di salvia, poi aggiungere la polpa di pomodoro. Fate insaporire e aggiungere i fagioli scolati. Lasciarli prendere sapore per una decina di minuti. Salare se necessario.
Con questa ricetta partecipo all'MTC di Aprile
21 commenti:
Molto bello questo ricordo dei film western!
L'America ha una natura meravigliosa, potente ed infinita!
Direi ottimo il tuo chili, con tortillas e fagioli!
Ottima rivisitazione di un classico americano nata difronte alle splendide apuane! Bel lavoro Annarita e bello lo "scavo" nei ricordi che ci hai regalato... incidentalmente, ottime foto !
Dani
Ps. Scappo dalla città è uno dei mii film favoriti :-))
Ciao Annarita :-)
Mi piace molto il tuo chili e la ricerca dei prodotti a km 0 come i fagioli giallorini e il grano marzolo e complimenti anche per le splendide foto!
A presto Ilaria
Bellissimo post!Me lo ricordo il film di Veronesi, mi sa che sono andata pure a vederlo al cinema...
Non conoscevo i fagioli del re, vado subito a leggermi qualche informazione in più, è davvero una bella reinterpretazione!un bacio
rimango davvero a bocca aperta, sia dalle bellissime foto che dalla ricetta, questo mese sto conoscendo un'infinita scelta di fagioli mai visti :-D
Fantastiche foto, chili dalla rusticità incantevole ^^ Complimentissimi ^^
A me, questa ricetta mi sembra Regale e non soltanto per i fagioli del Re...!!! Wow!
besos
Ottima ricetta, ma le foto lasciano senza parole....bellissime!
buongiorno cara!! eccomi di ritorno da Roma a gustare questa tua interpretazione deliziosa!
Grazie Isabel, l'America è così ti sorprende dove meno te l'aspetti! un bacio.
Anche a me è piaciuto tanto, divertente e pulito. Grazie dani.
Grazie, i complimenti sulle foto mi fanno sempre tanto piacere. Un bacio.
Il mio West, non resterà negli annali della filmografia western ma per la comunità di Vagli è stato un "ciclone"...ancora se lo ricordano. Un bacio.
Grazie, esistono talmente tante varietà di fagioli che c'è da impazzire...
Grazie davvero di cuore....
Grazie Mai, un bacione grande.
Un grazie enorme.......
Io non c'ero che peccato, cmq complimenti a tutte per l'evento e l'organizzazione. Un bacio.
Ciao Annarita, nonostante tu abbia vinto un premio 30 mm. e io no (stò rosicando da matti) devo complimentarmi per la foto, secondo me la più bella, dell'emmeti di questo mese. Complimenti. Lara
Grazie cara, non sai quanto sono felice del premio....rosica pure :P
Intanto ieri sono andata a vedere i premi per il 33 mm e sono d'accordo con Lara, la tua foto è veramente strepitosa. Congratulazioni.
Poi ho letto il tuo post con divertimento, perché ho fatto il tuo stesso viaggio, ma non era quello di nozze e tutt'ora quando ripenso all'Arizona ho una nostalgia enorme. Scrivere il post sui film western me l'ha riportata a galla e con mio marito ci siamo detti perché non rifarlo l'anno prossimo con Alice. Siamo senza rimedio.
Grazie per la citazione, vedo che le tue "malattie" sono anche le mie, dobbiamo trovarci prima o poi, non siamo così lontane mannaggia! In ogni caso post e ricetta sono favolosi. Un forte abbraccio, Pat
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