Ravioli di lingua di grano marzolino con olio di capperi





Io e il quinto quarto, le parti meno nobili che rimangono dalla macellazione di  bovini , ovini, suini e ungulati, dopo che sono state prelevate le parti pregiate, siamo un po’ come l’acqua e il cioccolato, una rischia di rovinare l’altro. A parte i rognoni che faceva mia madre, la trippa di mia zia Giuliana e la lingua salmistrata di mia suocera, non ho mai mangiato molto altro. Sono piatti che evocano in me, più ricordi di infanzia che ispirazione in cucina, nonostante la passione di mio marito per il lampredotto, essendo cresciuto nella provincia fiorentina, dove è un piatto della tradizione ancora molto di moda. Insomma il contest di Cristina e Sabrina mi ha messo subito in crisi, anche perché veniva chiesto di reinterpretare le ricette classiche in chiave moderna. 


Dato che ultimamente utilizzo, su richiesta del consorte, la lingua per fare il brodo ho deciso di sperimentare proprio con quella. Partendo dall’idea che il bollito si serve con salsine varie e con sottaceti, almeno in casa mia, ho pensato di trasferire gli stessi sapori in un primo, giocando un po’ con le consistenze.


Si tratta di pasta fatta in casa utilizzando farina integrale di grano marzolino, coltivazione tipica della Garfagnana, seminato appunto a marzo, ripiena di una sorta di maionese di lingua condita con olio di capperi. Il risultato è stato soddisfacente anche se, in realtà, ho intenzione di provare alcune varianti, soprattutto riguardo al condimento.


Lingua di manzo mezza (circa 300 gr)
Sedano, carota e cipolla
Olio evo
Farina integrale di grano marzolino 300 gr
Uova del contadino 3
Sale
Capperiuna manciata

Cuocere la lingua con sedano, carota e cipolla in acqua salata per un’ora. Togliere la pelle e frullare nel mixer con qualche cucchiaio di brodo e le verdure cotte, poi aggiungere a filo l’olio fino a raggiugere una consistenza morbida. Impastare la farina con le uova e un pizzico di sale. Lasciar riposare mezz’ora il composto ottenuto poi stenderlo in strisce. Con l’aiuto di un sac a poche fare dei mucchietti e richiuderli a formare dei ravioli. Bollire i ravioli in acqua bollente salata. Nel frattempo tritare una manciata di capperi e unirli all’olio. Una volta scolati condire i ravioli con l’olio aromatizzato.

Con questa ricetta partecipo al contest QUINTO QUARTO (R)EVOLUTION di Les madeleines di Proust e di Insalata Mista



22 commenti:

La Cucina Spontanea ha detto...

A casa mia solo trippa, il lampredotto ho iniziato a mangiarlo da poco. Nonostante la vicinanza a Firenze a casa mia non l'avevamo mai mangiato, ora invece quando capito al mercato di San Lorenzo, un bel panino me lo mangio. La lingua come ripieno dei ravioli mi sembra un'idea geniale!!Brava come sempre!
un bacio
Chiara

Cristiana Valeria ha detto...

....da fan del quinto quarto ti faccio i miei super complimenti. mi piace l'idea del raviolo e la salsa d'accompagnamento...notte cri

Chiara Setti ha detto...

Wow, che coraggio a cimentarti in questa preparazione!! Bravissima, il risultato sembra perfetto!! ;-) un bacio

Elisa ha detto...

Io non amo particolarmente il quinto quarto e me ne dispiace molto, quindi penso che prima o poi ci lavorerò su :) La lingua invece mi piace moltissimo e in questa tua ricetta ancora di più: è davvero molto interessante e invitante, bravissima! :)
Un bacione cara :*

poverimabelliebuoni/insalata mista ha detto...

brava brava bis!!!
una salsetta d'acciughe come la vedresti? tanto per non smentirmi :-)))
grazie
Cris

conunpocodizucchero Elena ha detto...

devo ancora imparare ad apprezzare queste preparazioni, ma devo dire che la tua ricetta è un grande stimolo!

Sabrina ha detto...

Cristina ed io ci rendiamo conto che il nostro contest è una sfida tosta e a volte siamo un po' demoralizzate quando contiamo il numero di ricette arrivate. Ma quando ce ne arriva una così, il sorriso ci si stampa in viso.
Grazie.
un abbraccio

edvige ha detto...

Eh si il quinto quarto è buono per tante cose ma purtroppo o hai una macelleria di fiducia oppure.... la lingua la trovo e anche mi spiace da noi a Trieste si usa cuocerla in certi locali chiami Buffet assieme ad altre parti di maiale nello stesso calderone chiamato "caldaia" e ogni pezzo acquista il sapore dall'altro e diventa unico. Una grattatina di kren o rafano fresco ed un bicchiere di vino rosso.

Zonzo Lando ha detto...

A me ha fatto sempre impressione però a vedere questo piatto non avrei nessunissimo problema a mangiarlo, anzi... me lo mangerei di gran gusto :-) Bacioni cara!

Annarita Rossi ha detto...

Mio marito impazzisce per il panino con il lampredotto...ogni volta che capita a Firenze lo prende con 350 salse. Grazie. Un bacio.

Annarita Rossi ha detto...

Ho visto che hai fatto molti piatti, si vede che ti piace proprio. Ho molto da imparare. Un bacio.

Annarita Rossi ha detto...

Grazie cara. Anch'io non lo amo molto come si è capito, ma è l'ora di reinventare in chiave moderna e un pochino più appetitosa..

Annarita Rossi ha detto...

Eccola!......quella delle acciughe....però si, questa volta ci starebbero proprio bene!

Annarita Rossi ha detto...

Grazie mille. un bacio.

Annarita Rossi ha detto...

Grazie di cuore...(capito il doppio senso?)

Annarita Rossi ha detto...

Sono d'accordo, e anch'io mi rivolgo ad un macellaio di fiducia. Un abbraccio.

Annarita Rossi ha detto...

In effetti anche non piace vedere le interiora ma hanno un'ottimo sapore. Grazie un bacio.....vi ho visto su sale e pepe.....Bravissimi.

lalexa ha detto...

un piatto sorprendente!complimenti davvero;)

Annarita Rossi ha detto...

Grazie davvero....un bacio.

Patty ha detto...

Sei tra le mie ricette preferite! In assoluto! Un abbraccio, Pat

Annarita Rossi ha detto...

Patty grazie...è un onore. Un bacio.

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